IL SIGNORE VI HA ASPETTATO QUI SU QUESTA MONTAGNA

Giovanni Paolo II, 24/03/2000

Discorso tenuto da S.Em.R. Card. Leonardo Sandri, Prefetto per la Congregazione delle Chiese Orientali al Seminario Redemptoris Mater della Galilea 18/10/2017

Innanzi a tutto grazie per l’accoglienza, grazie di questo momento di condivisione, con gente ex omni tribu, lingua et natione, una realtà cattolica, universale. Sono contento di venire qui con il vostro arcivescovo, con il suo vicario generale, con P. Rino Rossi, che conosco da tanto tempo e P. Francesco, il vostro Rettore, e con i miei accompagnatori: l’incaricato d’affari, P. Oscar e il mio segretario, P. Flavio, tutti lieti di essere qui questa sera con voi.

Voglio cominciare con una parola di felicitazione a voi e a tutto il Cammino, perché per grazia è stato liberato P. Maurizio in Nigeria, del Cammino: ringraziamo Dio e la Madonna; siamo partecipi con voi della vostra gioia per questo momento. Voi avete ricevuto tante parole di S. Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, che io ricordo, quando ancora c’era Carmen…me la ricordo in S. Pietro, perché si fece notare! Anche papa Francesco vi ha ricevuto e vi ha dato delle linee guida per la vostra vita nel Cammino Neocatecumenale. «I seminari diocesani e missionari Redemptoris Mater sono eretti dai Vescovi diocesani, in accordo con l’équipe Responsabile internazionale del Cammino Neocatecumenale e si reggono secondo le norme vigenti per la formazione e l’incardinazione dei chierici diocesani e secondo statuti propri, in attuazione della Ratio Fundamentalis Istitutionis Sacerdotalis. In essi i candidati al sacerdozio trovano nella partecipazione al Cammino Neocatecumenale un elemento specifico e basilare dell’iter formativo e, al contempo, sono preparati alla “genuina scelta presbiterale di servizio all’intero Popolo di Dio, nella comunione fraterna del presbiterio”» (Statuto del Cammino Neocatecumenale, art. 18, §3).

La nostra Congregazione, che ha anche competenza sulla chiesa latina in Terra Santa, ci tiene moltissimo ad incoraggiare e promuovere la formazione dei seminaristi…e lo diciamo un po’ dappertutto e a tutti i nostri fratelli delle chiese orientali! Questo è stato anche il tema dell’ultima riunione della ROACO, cioè delle agenzie che aiutano le chiese orientali, con lo scopo di mostrare loro come funziona la formazione dei presbiteri in queste chiese. Dunque queste parole del vostro Statuto, ispirate al Magistero del Papa, alla Pastores dabo vobis e alla Ratio Fundamentalis, le rivolgo oggi a voi nella speranza che in questo seminario possiamo stare tranquilli, che cioè qui la formazione sia ottima e che i nostri seminaristi, che escono dal seminario Redemptoris Mater, siano stati formati in tutti quei valori che sono specifici del sacerdote di oggi. Per noi è penoso in tante altre chiese vedere che poi quando sono sacerdoti vengono fuori delle lacune, dei problemi e delle crisi che, se è vero che posso apparire sempre e dappertutto, è però vero anche che se c’è stata una formazione solida e fatta secondo le ispirazioni della Chiesa, nonostante tali crisi, i sacerdoti possono rimanere fedeli al loro ministero.

Voi siete in Medio Oriente, siete quindi chiamati a dare testimonianza in una terra di martirio e di persecuzioni. Probabilmente qui, grazie a Dio e nonostante tutto, tutti riconosciamo che in Israele c’è la libertà religiosa e che questa non è una terra di martirio…addirittura permettono questa cosa stranissima che è il Cammino Neocatecumenale! Anzi, addirittura vengono a visitare la casa molti ebrei! Ma non si sa mai dove eserciterete il vostro ministero: quindi come sacerdoti del Medio Oriente dovrete sempre tenere la precauzione spirituale di sapere che, benché tutti siamo chiamati al martirio nel senso generico della testimonianza della vita, a voi però sarà forse chiesto qualcosa di più in questo campo.

Io chiederei poi a tutti voi una vicinanza alle chiese orientali, alle nostre piccole chiese orientali, che non hanno la possibilità di avere tutte queste case di formazione, di luoghi magnifici, per poter vivere una formazione come la vostra. Aiutate le chiese orientali perché queste, benché piccole, sono, evidentemente accanto alla chiesa latina, i testimoni viventi del Vangelo e gli eredi della tradizione. Un compito specifico di voi che siete qui in Medio Oriente è dunque quello di stare vicini alle chiese orientali. In realtà, sappiamo bene che anche il vostro Arcivescovo Amministratore Apostolico qui presente, come tutta la chiesa latina, aiuta in tutte le forme possibili le nostre chiese orientali. Ieri, per esempio, sono stato con i Melkiti ad Haifa e ho potuto constatare tutti i loro sforzi e i problemi, perfino di sussistenza, che incontrano spesso i presbiteri con le loro famiglie: voi dunque come preti dedicati al vostro servizio, non lasciate mai da parte, nel vostro ministero, i fratelli delle chiese orientali. Questo perché voi non potete avere un carisma vostro che non sia anche un carisma che si viva nella Chiesa, cioè con il Papa e con i vescovi. Ma anzi è proprio questo carisma un richiamo alla vostra testimonianza intesa come appartenenza alla Chiesa, non come qualcosa che sta al limite del “si sa e non si sa” se siano della chiesa o no. Voi siete infatti membri della Chiesa, figli della Chiesa, guidati dai pastori, i vescovi, pur portando in voi un carisma speciale, quello del Cammino Neocatecumenale, che è una ricchezza per la Chiesa, così come l’hanno apprezzato anche i papi e i vescovi in tanti paesi del mondo.

Voi celebrate in questi giorni i vostri 10 anni dalla fondazione del seminario. La Congregazione per le Chiese Orientali celebra in questo periodo i suoi 100 anni, quindi siamo già entrati nell’età che oggi raggiungono in tanti! In questa occasione abbiamo organizzato una plenaria, cioè una riunione di tutti i membri delle chiese orientali, a cui ha partecipato anche il vostro Arcivescovo, in cui la Congregazione, che è un organismo collegiale del Santo Padre nel quale ciascun membro ha la possibilità di esprimere la sua opinione sugli argomenti proposti, ha posto al centro dell’attenzione temi quali la formazione, la spiritualità, i beni temporali e tutti gli altri temi sensibili nella vita delle nostre chiese, nelle quali molti fedeli, specialmente in Siria e in Iraq, sono protagonisti passivi di persecuzioni e odi e devono fuggire lasciando le proprie case e i propri beni, per trovare un orizzonte migliore. I 100 anni della Congregazione, che abbiamo festeggiato con la riunione plenaria, coincidevano poi con i 100 anni del Pontificio Istituto Orientale, creato nel 1917 da papa Benedetto XV, per dare alla Congregazione “le ali” della cultura, della storia, della spiritualità, della liturgia e del diritto orientali. Come nel dipinto del Giudizio Universale nella vostra chiesa in cui i monaci, sotto i Patriarchi, hanno le ali! Speriamo che Kiko in un momento di conversione mandi qualcuno dei vostri sacerdoti al Pontificio Istituto Orientale, dove vengono studenti da tutti il mondo, per studiare le questioni orientali. Per l’occasione il papa è venuto al PIO, dove ha incontrato benefattori e professori e poi a S. Maria Maggiore, nella chiesa della Theotokos, ha presieduto l’Eucaristia. Mi associo quindi alla vostra gioia per i 10 anni del seminario e speriamo anche di poter celebrare in futuro non dico i 100 anni, ma almeno i 25! Tanti auguri!

Che dire poi? Quando sono entrato mi avete ricevuto con tanti canti di gioia, con chitarre e musica; poi siamo passati al Santuario della Parola e non so perché, in quel momento, mi ha perseguitato l’immagine del sacerdote Esdra, quando ha letto davanti a tutto il popolo la Parola di Dio e tutti hanno gioito perché avevano trovato quello che Dio voleva da loro (Esd 3,10-11). Entrando qui, in questa vostra casa, mi è parso quasi di trovarmi in quel momento della storia del popolo d’Israele in cui il sacerdote, il popolo e il re celebravano e gioivano con la Parola, che lì è accanto ai sacramenti, all’Eucaristia. Lì ci sono i fondamenti, la base, di tutta la vita cristiana, che è incontrarsi con la Parola di Dio, siate neocatecumenali o no; avete perfino una sala dedicata a rileggere la Parola, per reinterpretarla e riviverla poi nei sacramenti. È questa la via più sicura per essere non solo sacerdoti, ma per essere buoni cristiani e per trovare la chiave di volta della vita, il suo senso più profondo, che è la presenza di Dio nella sua Parola, quella che qui si è fatta carne e che poi possiamo vivere e ricevere nel pane consacrato e nel vino trasformato nel suo sangue. Questo è il mio augurio per tutti voi: che viviate sempre la gioia di aver scoperto la Parola di Dio e aver la grazia di viverla nella vostra vita sacramentale, specialmente nell’Eucaristia e così essere una ricchezza per tutta la Chiesa in Terra Santa e per quella universale.