IL SIGNORE VI HA ASPETTATO QUI SU QUESTA MONTAGNA

Giovanni Paolo II, 24/03/2000

Il primo seminarista maronita che si sta formando nel Seminario Redemptoris Mater di Galilea riceve il suddiaconato

a cura di d. Paolo Alfieri, vice-rettore del Seminario

Il giorno 27 gennaio 2016 alle ore 19:00, alla Domus Galilaeae, nei pressi di Korazyim, sul Monte delle Beatitudini, S.E.R. Mons. Moussa El-Hage, Arcivescovo Maronita di Haifa e della Terra Santa, ha imposto le mani per l’Ordinazione minore del grado del Suddiaconato al seminarista Rody Noura, da Naharia, da otto anni studente nel Seminario Redemptoris Mater della Galilea.

La celebrazione, svoltasi davanti al suggestivo scenario di un rosso tramonto sul Lago di Galilea, è stata rallegrata anche dalla felice ricorrenza liturgica della vigilia della festa di S. Efrem il Siro, padre della Chiesa, fine teologo e poeta, che tanta influenza ha esercitato nella formazione dei riti orientali e nei loro caratteristici inni.

Hanno concelebrato con l’Arcivescovo El-Hage, anche i formatori del Seminario Redemptoris Mater della Galilea, i presbiteri maroniti Sharbel Sghaib, parroco della parrocchia dei Ss. Pietro e Paolo di Tiberiade, Youssef Yacoub, parroco della parrocchia di S. Luigi di Haifa, Sandi Habib, viceparroco della parrocchia dei Ss. Maria e Maroun a Jish e il diacono Majdi Hashoul, a cui si sono aggiunti i presbiteri del Patriarcato Latino di Gerusalemme, compagni di studi dell’ordinato nello stesso seminario, da Eilat, e dalla Giordania (Hosson, Fuheis, Sweifieh). Presenti alla liturgia solenne anche una rappresentanza delle suore di Nazaret di Shefa‘amer, delle suore maronite di S. Teresa di Gesù Bambino e delle suore francescane del Monte delle Beatitudini, insieme con numerosi parenti dell’ordinando, i fedeli greco-cattolici della Comunità Neocatecumenale dell’ordinando, quella di Me’lia e di quella di ‘Ibilin, e molti fedeli maroniti da Tiberiade, Kiriat Shemona, Tzefat, Karmiel, Naharia e Haifa, che durante quest’anno hanno incontrato Rody nel suo servizio pastorale in Galilea.

Nell’omelia l’Arcivescovo ha ricordato che «l’ufficio del suddiacono, cui corrisponde l’apertura delle porte della chiesa, il suonare la campana, accendere le candele e proclamare le lettere di S. Paolo nella liturgia, potrebbe essere assegnato a qualcuno anche senza una specifica celebrazione, ma questa ha un’importanza propria in vista della formazione presbiterale». Al principio della sua riflessione sul valore della formazione al presbiterato, Mons. El-Hage ha poi rilevato che Rody è il primo seminarista maronita del Redemptoris Mater di Galilea a ricevere il suddiaconato, aggiungendo: «Speriamo che a questa celebrazione ne segua un’altra e poi altre ancora!». «Tale formazione», ha poi continuato il vescovo, «ha come base la formazione biblica, in conformità a quella che Gesù impartì ai discepoli, proprio intorno a questo lago».

In seguito, l’Arcivescovo maronita ha affermato che «il seminarista candidato al suddiaconato si è impegnato nella sua formazione, che consiste nel seguire Nostro Signore Gesù Cristo, apprendere da Lui e rinforzare la comunione con Lui». Tale formazione comprende anche, secondo il vescovo, la dimensione umana, con la costruzione di una personalità equilibrata, libera, matura e aperta all’altro; la dimensione spirituale, acquisita con la preghiera e i sacramenti; la dimensione accademica, ottenuta mediante lo studio della filosofia e della teologia, per una sempre più profonda comprensione della fede che il sacerdote deve vivere e insegnare; infine la dimensione pastorale, nella quale il presbitero di domani dovrà servire le anime attraverso l’insegnamento, la santificazione e il governo. A questa formazione iniziale, fondamentale, segue poi quella permanente, dopo l’ordinazione, che segue tutto il corso della vita del presbitero, alla quale il candidato arriva seguendo una voce interiore che lo chiama ad avvicinarsi a Dio per servirlo e una voce esterna, che è quella della Chiesa che discerne i segni della chiamata nel credente.

Dopo aver illustrato il significato simbolico dell’ufficio del suddiacono, il vescovo Moussa ha aggiunto: «Celebriamo oggi sotto la protezione della Vergine Maria, che Cristo ha reso madre di tutti coloro che si lasciano formare dal Figlio; Maria è dunque la madre di tutti i seminaristi e li aiuta nel crescere con la sua intercessione nella comunione con Cristo, nell’approfondimento dei suoi insegnamenti e alla loro contemplazione». Così egli ha concluso la sua omelia: «In quanto vescovo, a titolo personale e a nome dei presbiteri che mi seguono, ringrazio i formatori del seminario ed in particolare il padre Francesco (d. Francesco Giosuè Voltaggio, rettore, ndr), che hanno accompagnato Rody e tutti i seminaristi nella formazione, insieme con i professori di filosofia e teologia e tutti coloro che hanno aiutato il candidato nel suo cammino verso il presbiterato. Sono particolarmente grato, poi, ai familiari di Rody, che con la loro fede e la loro assiduità alla vita parrocchiale hanno nutrito la spiritualità di Rody e la sua chiamata».

Dopo il rito, come tradizione celebrato subito prima la distribuzione delle Specie Eucaristiche al popolo, il vescovo ha avuto modo di salutare i convenuti, che, al termine della celebrazione, si sono trattenuti in canti di festa per il nuovo suddiacono della diocesi maronita di Haifa e di Terra Santa.

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