IL SIGNORE VI HA ASPETTATO QUI SU QUESTA MONTAGNA

Giovanni Paolo II, 24/03/2000

Lettera agli amici del Seminario

Carissimi fratelli e amici del Seminario,

il periodo trascorso dalla nostra ultima lettera è stato ricco di impegni e di grazie. A gennaio abbiamo organizzato, come ogni anno, un concerto, in occasione della solennità dell’Epifania, alla quale abbiamo invitato tutti i nostri vicini di casa e fratelli ebrei per condividere con loro un momento di allegria e fraternità presso la Domus Galilaeae. Partecipano sempre in tanti, ma non ci saremmo mai aspettati una risposta così entusiasta: sono arrivati più di un migliaio e non vi era posto nell’auditorium per tutti! Davvero abbiamo visto che è il Signore che vuole chiamarli perché possano ascoltare la testimonianza di come lo abbiamo incontrato nella nostra vita e ricevere una Parola che ravvivi in loro il ricordo e l’attesa del Messia.

La festa in occasione dell’Epifania nell’auditorium gremito di ebrei

Pochi giorni fa abbiamo avuto la gioia di ricevere la seconda visita da parte dell’Amministratore Apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme, Mons. Pierbattista Pizzaballa, che ha voluto dedicarci lungo tempo, parlando con i formatori e i seminaristi. Sta facendo un’importante opera di rinnovamento nel Patriarcato e ha bisogno anche delle vostre preghiere, come del resto tutta la Chiesa di Terra Santa.

I seminaristi e i formatori con Mons. Pizzaballa

Proprio in questi giorni i nostri seminaristi hanno terminato la sessione di esami del primo semestre di studi filosofico-teologici, dedicandosi nello stesso tempo all’apprendimento delle lingue locali (soprattutto l’arabo), indispensabili per servire la Chiesa di Terra Santa. Molti di loro sono già impegnati nell’evangelizzazione in varie parrocchie della Galilea, sostenendo i parroci nella ricerca dei fedeli che hanno lasciato la Chiesa e nella cura di quelli che vi partecipano stabilmente.

Altri seminaristi, invece, stanno completando il periodo di missione che, come sapete, è fondamentale per la loro formazione, in diversi paesi del Medio Oriente: Giordania, Cipro, Bahrein e Qatar. Anche i sette presbiteri usciti dal nostro seminario continuano il loro servizio: Leandro e Juan David sono vice-parroci in Giordania, Matheus vice-parroco in Palestina a Ramallah, Cristian e Paolo sono parroci in Israele (Paolo è anche vice rettore in Seminario), Carlos è missionario in Kuwait, mentre Davide continua lo studio della Licenza in Teologia a Roma. Anche i Diaconi che sono stati ordinati a Novembre stanno servendo nelle parrocchie in attesa delle ordinazioni presbiterali che sono già state fissate per Giugno: Giovanni si trova a Moab in Giordania, Juan Manuel in Galilea, e Rodi nella Cattedrale Maronita di Haifa.

Desideriamo rendervi partecipi di uno stralcio della lettera che ci ha inviato Carlos, primo presbitero formatosi nel nostro Seminario e inviato in missione nella penisola arabica, affinché comprendiate più da vicino l’importanza della missione che ci attende. Ci sembra bello riportare la sua testimonianza diretta sui primi tempi della sua missione:

La pace di Cristo.

Vi scrivo per darvi qualche notizia del mio arrivo in Kuwait.

Dopo quasi cinque mesi di “Via Crucis” (come mi diceva il Vescovo di qui, Mons. Camillo Ballin) per ottenere il visto, finalmente, sono giunto domenica scorsa alla mia nuova destinazione di missione. Quando sono arrivato, nella mia poca fede, mi aspettavo qualche problema per completare le pratiche d’entrata nello stato, però, siccome Dio è sempre fedele, non mi hanno chiesto niente e non mi hanno neanche controllato i bagagli!

All’uscita mi aspettava perfino un gruppo di parrocchiani arabi con due sacerdoti locali che avevo conosciuto in Libano. Mi hanno perfino accolto con un mazzo di fiori…

Adesso sono qui in Parrocchia e sto sistemando le mie cose, pensavo come portare avanti questa missione che Dio mi affida. Per il momento, il Vescovo mi ha detto che sarò incaricato dei cattolici di lingua araba e spagnola. Tuttavia, mi hanno già chiesto di fare anche ogni tanto la messa in inglese durante la settimana.

Qui la Chiesa ha il permesso di celebrare la messa domenicale a partire dal venerdì, poiché questo è il giorno di riposo per molti, essendo un paese musulmano. La parrocchia è enorme: pensate che il venerdì si celebrano in parrocchia 14 messe durante la giornata, in almeno 9 lingue diverse; il sabato altre 8 (più due con le comunità del Cammino), in 6 lingue diverse e la domenica poi ci sono altre 11 messe. La maggior parte della gente però viene il venerdì o il sabato. La parrocchia è enorme! Le ben 35 S. Messe cattoliche si celebrano poi non solo in tante lingue diverse, ma anche nei diversi riti (poiché vi sono anche cristiani delle chiese cattoliche orientali).

La popolazione in Kuwait è di 3.5 milioni di persone, dei quali 65% sono immigrati. Certamente ci sono diverse culture e religioni. I cattolici si calcola che siano 350.000.

Appena arrivato qui in Kuwait ho aperto un Vangelo a caso e mi è uscito il capitolo terzo di Luca: “Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sia riempito, ogni monte e ogni colle sia abbassato; i passi tortuosi siano diritti; i luoghi impervi spianati. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!” (vv. 4-6).

Questa Parola mi ha consolato molto e mi ha incoraggiato, anzitutto perché parla del deserto (e qui siamo proprio in mezzo al deserto!) e poi perché vedo che tanta gente sta aspettando la salvezza di Dio. Io sono stato inviato in missione, similmente a Giovanni, per annunziare questa salvezza. Vi chiedo di pregare per me, affinché possa sempre ricordare che non sono io che sono venuto a salvare, ma semplicemente sono uno che è chiamato a preparare la via al Signore Gesù Cristo, unico Salvatore.

         d. Carlos Ceballos Medina

L’esterno e l’interno della Cattedrale della Sacra Famiglia in Kuwait

Carissimi, come potete vedere, la messe in cui il Signore ci ha chiamato a lavorare è veramente grande! Speriamo con l’aiuto di Dio, e anche con il vostro, di poter preparare tanti nuovi operai, pronti a lavorare e a dare la vita per questa vigna, così bella eppure così difficile, che è la Chiesa di Terra Santa e in Medio Oriente, aperti nel contempo alle necessità della missione universale della Chiesa. Noi vi ricordiamo sempre nelle nostre preghiere, soprattutto quelli di voi che in questo tempo siete malati e sofferenti.

Non dite voi: «Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura»? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura (Gv 4,35).

Vi auguriamo un santo tempo di Quaresima, assicurandovi nostre preghiere dai Luoghi Santi. Il Signore vi benedica e vi dia pace.

 

I formatori del Seminario,

Francesco Giosuè Voltaggio

Paolo Alfieri

Germano Lori

Antonio Martin Carrasco

 

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