IL SIGNORE VI HA ASPETTATO QUI SU QUESTA MONTAGNA

Giovanni Paolo II, 24/03/2000

Tre seminaristi ricevono l’Admissio nella Domenica del Buon Pastore

Sabato 16 aprile nella Chiesa dedicata ai Dodici Apostoli e Settantadue Discepoli della Domus Galilaeae sul Monte delle Beatitudini, nei pressi di Korazym, sulle rive del lago di Galilea, Sua Eccellenza Mons. William Shomali, vescovo Vicario di Gerusalemme, per il Patriarcato Latino, ha presieduto la cerimonia dell’Admissio ad Ordines di tre seminaristi del Seminario Missionario Redemptoris Mater della Galilea: Javier Martínez Alcalá, spagnolo, Juan José Fernández Orbe, ecuadoriano, e Tareq Rezeqallah, giordano.

La cerimonia dell’Admissio, che normalmente viene celebrata in corrispondenza del secondo anno di studi teologici, si configura non solo come una tappa importante nella formazione in vista dell’Ordinazione Presbiterale, ma anche come momento ufficiale in cui la Chiesa, ammettendo tra i candidati al sacerdozio alcuni suoi membri, ne riconosce la chiamata, rendendo visibile tale riconoscimento con la possibilità di vestire l’abito caratterizzato dal colletto bianco. A questa tappa sono giunti dopo alcuni anni di seminario i tre seminaristi del Seminario Redemptoris Mater della Galilea: uno da Saragozza, il secondo da Quito, capitale dell’Ecuador e il terzo dal nord di Amman. Presenti all’evento alcuni parenti dei candidati, venuti dalla Giordania e dalla Spagna, le comunità neocatecumenali in cui i candidati ricevono una formazione cristiana permanente, l’equipe dei responsabili del Cammino Neocatecumenale in Israele, Giordania, Palestina, Cipro ed Emirati Arabi, i seminaristi, formatori, fratelli ed alcuni professori del seminario Redemptoris Mater della Galilea. Nell’omelia mons. Shomali, dopo aver salutato tutti i presenti, si è concentrato sulla coincidenza della cerimonia con la celebrazione della domenica del Buon Pastore, di carattere eminentemente rappresentativa del presbiterato. In particolare il prelato ha sottolineato come già in Cristo sono visibili in modo lampante i compiti del presbitero: l’evangelizzazione, la santificazione dei fedeli per mezzo dei sacramenti, le opere di amore e di servizio nei confronti dei più piccoli. Tra queste il vicario patriarcale si è incentrato sull’evangelizzazione, come sottolineato dall’immagine scelta dai candidati per ricordare questa cerimonia, che è un bozzetto inedito, autografo, di Kiko Argüello, che raffigura i popoli pagani impersonati dal soldato romano, presente alla crocifissione, in attesa dell’ascolto del kerygma. Come ha sottolineato il vescovo, infatti, l’evangelizzazione richiede l’ascolto, ma è anche un suo frutto, come conferma il Vangelo proposto dalla liturgia di oggi, IV domenica di Pasqua, in cui l’ascolto contraddistingue il gregge di Cristo. Però ha affermato il vescovo «c’è differenza tra sentire ed ascoltare: “sentire” infatti indica un ascolto volontario o involontario, un fatto che accade; “ascoltare” però indica un’azione compiuta volontariamente, un desiderio di sapere cosa si dice». Poi mons. Shomali si è soffermato sull’utilizzo del verbo “ascoltare” nella Bibbia, ripetuto 735 volte tra l’Antico e il Nuovo Testamento, proponendo ai presenti diversi riferimenti biblici, per esplicarne l’importanza e la portata teologica. «Anche voi siete tenuti a quest’ascolto quotidiano della Parola di Dio» ha poi affermato il vescovo, rivolto ai candidati all’Admissio, continuando: «le letture di questa Domenica del Buon Pastore ci ricordano che dobbiamo leggere, meditare, ascoltare la Parola, per poi portarla agli altri». Al termine dell’omelia ha poi salutato i candidati benedicendoli e chiedendo ai presenti di seguire il loro cammino con la preghiera e l’incoraggiamento. La cerimonia, caratterizzata dal clima gioioso e familiare si è poi conclusa con un banchetto a cui sono stati invitati tutti i presenti.

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